Erano quasi arrivati alle porte della città quando Aveline riconobbe la ragazza che aveva aiutato la prima volta che era arrivata a Delisle.

Si affacciò dalla carrozza e la salutò <<Hey! Corinne!>>

La ragazza, che si stava occupando degli animali, si alzò e quando vide Aveline che la salutava sporgendosi dalla carrozza le ricambiò il saluto: <<Mio Dio! Aveline! Che piacere rivederti!>>

Aveline fece cenno a Connor di fermarsi e scese dalla carrozza andando incontro alla ragazza. Quando le fu vicina Corinne la abbracciò: <<Sono così felice di rivederti!>> Poi continuò chiedendole: <<Cosa ci fai qui?>>

<<Sono qui insieme alle persone che possono aiutarmi per fermare tutti coloro che abusano di questa città e della sua gente>>

<<Dio vi benedica tutti quanti. Se c’è qualcosa che posso fare per aiutarvi lo farò. Sarò sempre in debito per quello che hai fatto per me>>

<<Beh una cosa ci sarebbe: abbiamo bisogno di un posto sicuro dove poter stare nel periodo in cui opereremo nella zona. Puoi aiutarci?>>

La ragazza rimase a pensare per qualche secondo poi disse:

<<Io un posto ce lo avrei in mente: si tratta di una cantina che mio padre costruì per nascondere parte di quello che produceva. Questa stanza si trova sotto alla casa, e ci sono due accessi: uno dal deposito qua dietro e uno nascosto all’interno. Lo spazio non è molto grande, vi avviso, però è piuttosto protetto>>

<<Secondo me non sarebbe una cattiva idea, no?>> disse Aveline rivolgendosi a Connor, il quale rimase a pensare qualche secondo, poi disse: <<Se fosse possibile, vorrei vederlo prima di esprimere un parere>>

<<Certo, nessun problema. Seguitemi>> Rispose Corinne avviandosi verso l’ingresso di casa sua. Quando furono tutti entrati, Corinne chiuse la porta e la bloccò, poi si diresse verso le scale, entrando però nel sottoscala, dove spostò un mobile che era appoggiato al muro, rivelando una botola sotto di esso.

<<Ecco questo è un accesso. Come dicevo è nascosto. Scendiamo che vi faccio vedere>>

Detto questo prese la candela che era sul mobile che aveva spostato andò verso il camino e la accese con il fuoco. Poi tornò verso di loro e alzò la botola, che rivelò una scala a pioli che scendeva nel buio.

<<Scendo per prima, cosí faccio luce>>

La ragazza scese quindi le scale scomparendo nel buio, per poi ricomparire dopo aver acceso una lampada sul muro posta accanto alla scala.

<<Potete scendere adesso>> Disse da sotto. Scesero quindi uno per volta e si trovarono all’interno di una specie di grotta, grande circa quanto il piano terra della casa, dove il soffitto a volta era rinforzato da un telaio in legno. All’interno trovarono appoggiati alle pareti vari sacchi di tela ed alcuni scaffali, su cui erano posti vari ortaggi. La cantina era utilizzata come magazzino per la casa.

<<Questa è la stanza di cui vi parlavo, e possiede, come vi dicevo, un secondo accesso simile al primo, dall’altro lato>> Disse indicando il lato opposto del magazzino <<Anche quello è nascosto>> Concluse.

Connor osservò con attenzione l’area e poi dichiarò: <<Potrebbe anche andare bene. Dovremo stare molto attenti però ad uscire ed entrare solo di notte, perchè troppo movimento potrebbe dare nell’occhio>>. Poi si rivolse a Corinne: <<Tu dovrai mantenere le tue abitudini, in modo da destare meno sospetti possibili. L’unica che potrà muoversi più liberamente sarà Aveline, che essendo venuta con abiti più comuni si mimetizzerà meglio con l’ambiente e tra le persone della zona>>

<<Per me va non ci sono problemi, potrei passare come amica o semplicemente come aiutante dal momento che lei qui è sola>> Disse Aveline.

Poi intervenne Connor: <<Un’ultima cosa: vorrei riorganizzare la zona in modo che possa essere usata per gestire le varie missioni che dovremo svolgere>>

<<Certo! Se posso fare qualcosa per contribuire a liberare la città da quei bastardi che hanno ammazzato i miei genitori, lo farò di sicuro>>

<<Bene, allora ecco cosa faremo>>

Discussero un po’ su come avrebbero potuto organizzare l’area, spostando verso il fondo i vari scaffali, lasciando però un passaggio per la botola posteriore per creare uno spazio più ampio, dove posero un tavolo appoggiato ad una parete. Avrebbero allestito un manichino di paglia sulla parete opposta, creando così una zona dove Patience avrebbe potuto continuare ad addestrarsi e a prepararsi per i vari possibili scontri.

Quindi, dopo aver scaricato la carrozza, Connor la portò via per andarla a lasciare da uno stalliere che si sarebbe occupato dei cavalli nel periodo in cui sarebbero rimasti lì.

Dopo che ebbero sistemato i bagagli era ormai sera, quindi cenarono e poi Aveline, Patience e Connor andarono di sotto a organizzare quelle che sarebbero state le mosse successive.

Decisero che quella sera stessa, favoriti dal buio, Patience e Connor si sarebbero infiltrati nel forte a sud, per cercare tra i documenti del Generale  qualche indizio su quale fosse il suo coinvolgimento con la tratta di schiavi, in attesa dell’attracco della nave schiavista che sarebbe avvenuto solo due giorni dopo.

Dopo aver finito di confrontarsi Connor si preparò ad uscire invitando Patience a fare lo stesso.

<<Ascoltami bene: la missione che affronteremo non sarà una passeggiata. Dovremo stare molto attenti a come ci muoviamo. Non dobbiamo commettere il minimo errore, perchè se ci dovessero scoprire verremo attaccati da tutto il forte. Segui le mie indicazioni e applica quello che hai imparato>> Disse Connor a Patience, mentre ultimava i preparativi.

<<Ok, starò attentissima>> gli rispose lei. Quindi entrambi salirono la scala che dava sulla botola all’esterno ed uscirono nel buio della notte.

Aveline rimasta da sola si mise ad analizzare tutto quello che sapevano: se stavano agendo secondo lo stesso schema utilizzato da i Templari a New Orleans, quasi sicuramente c’era una relazione tra la pressione delle guardie sul popolo e l’aumento della vendita di schiavi, solo che per avanzare ipotesi concrete avevano bisogno di prove.

Mentre era lì intenta a riflettere su queste cose, Corinne si affacciò dalla botola dicendo:

<<Aveline sei qui da sola? Vieni su, così ci scaldiamo davanti al fuoco>>

Aveline decise di seguire il suo consiglio e tornò al piano di sopra, dove trovò la stanza quasi completamente buia se non per qualche candela qua e là oltre alla luce proveniente dal fuoco del camino.

Prese una sedia e la portò vicino al camino, dalla parte opposta di Corinne. Corinne esordì dicendo: <<C’è una cosa che non capisco: perché fate tutto questo? Cioè, siete completamente estranei alla città, venite da molto lontano. Nonostante ciò siete venuti qua, prima tu da sola, poi con “rinforzi”, a rischiare la vostra vita>>

Aveline pensò a cosa avrebbe dovuto dirle: non voleva rivelare chi effettivamente fossero, per paura di compromettere tutti quanti, però sentiva che la curiosità della ragazza era sincera e decise quindi che le avrebbe raccontato solo alcune cose: <<Beh facciamo tutto questo perché ci siamo trovati più o meno tutti in situazioni simili alla tua, dove siamo stati testimoni o addirittura vittime di violenze e soprusi. Nella nostra lotta contro le ingiustizie, ci siamo resi conto che non si trattava più solo di noi stessi, ma che tanta gente aveva bisogno di una mano per ripartire, di qualcuno che li aiutasse e gli desse la forza di continuare la propria vita>>

<<Cosa siete quindi? Degli eroi al servizio di tutti?>> Le domandò Corinne sarcastica.

<<Tu mi hai chiesto perchè lo facciamo e io ti ho risposto. Se vuoi sapere chi siamo ne parleremo quando saranno tutti presenti>>

<<Ok, ok. Ho capito. Tuttavia, Aveline, io ti ho vista combattere e saresti sicuramente più utile a loro che ferma qui>>

Aveline si intristì e le rispose: <<Tempo fa mi sono ferita gravemente dopo essermi scontrata con un orso, e da quel momento non sono più stata la stessa. Quel combattimento che mi hai visto fare è stato fin troppo rischioso per me e mi ha fatto capire che al momento non posso affrontare nessuno>>

<<Mi dispiace. Sei fortunata ad essere viva. Sono certa che ritroverai la tua forza>>

Aveline sospirò e poi disse: <<No. Al massimo la recupererò solo in parte, ma servirà parecchio tempo. Ecco perché ho dovuto chiedere aiuto per questa missione>>

Rimasero sedute a parlare ancora un po’ prima che Corinne si congedasse per andare a dormire. Aveline rimase da sola davanti al fuoco in attesa del ritorno di Connor Patience.