<<Mi sembra evidente che siamo a conoscenza di un terzo di quella che è la realtà dei fatti>> Esordì Elena dopo aver fatto uscire Anne dalla simulazione.

<<Già… fino ad ora non c’era mai stata la possibilità di dare un volto alla moglie di Connor e adesso sappiamo chi è. Tuttavia dobbiamo attendere la nascita del figlio per capire quali sono le motivazioni che hanno spinto l’Abstergo a nascondere anche questa volta la verità>> Le fece eco Anne. Poi si voltò verso Lyanne e le chiese: <<Sappiamo niente del tempio dei Precursori?>>

<<Al momento no, siamo ancora in attesa>> Le risposte lei.

<<A proposito!>> esclamò Elena. <<Durante la simulazione ho fatto alcune ricerche per capire qualcosa di più su chi fosse il Saggio: Maxwell Crawford. Era al tempo il Gran Maestro Templare inglese, che dopo il fallimento di Haytham Kenway, cercava di rifondare il ramo americano dell’Ordine>>

<<E come era venuto a conoscenza del Frutto dell’Eden?>> Le chiese Lyanne.

<<Da alcuni documenti che i Templari recuperarono dopo aver massacrato gli Assassini in America. Iniziò la sua ricerca ben prima della morte di Haytham. Ricerca che lo condusse in quelle zone>> Rispose Elena.

<< Ok, possiamo fermarci un momento per fare il punto della situazione? Così possiamo confrontare i dati in nostro possesso con quelli che abbiamo recuperato dalla simulazione. In questo modo potremo decidere in quali parti del ricordo avanzare>> Esordì Richard.

Passarono quindi un po’ di tempo discutendo su come avrebbero organizzato la ricerca delle informazioni che i Templari avevano alterato per anni.

<<Quindi, il primo punto che andremo a vedere sarà la nascita del primo figlio>> Disse Richard.

<<Esatto, così vedremo se ci sono stati problemi con il parto e se entrambi sono sopravvissuti>> Gli fece eco Elena.

<<Poi avanzeremo nel ricordo fino alla nascita della ipotetica prima figlia. Se anche in questo caso non ci sono stati problemi, potremo dare per certa l’identità della moglie>> Proseguì Richard.

<<Si, ma i figli sappiamo che sono tre. Come facciamo a capire che effettivamente la madre dell’ultima figlia è lei?>> Chiese Anne.

<<Siamo già a conoscenza dell’esistenza di Io:nhiòte: secondo me sarà sufficiente spostarsi dopo quel momento e sicuramente ritroveremo Aveline>> Le rispose Richard.

<<Penso che dovremmo soffermarci un po’ su quest’ultima parte, perché dobbiamo capire che cosa le abbia conferito tali capacità>> Disse Lyanne.

Così forse inizierò a capirci qualcosa anche io” pensò Anne tra se’.

Durante la discussione Lyanne sentì squillare il proprio telefono.

<<Pronto?… Ottimo, problemi?… Ok, quindi ora come ci muoviamo?… Questo non è possibile perché la collocazione della chiave non si trova in questo ricordo… Ok, noi quindi procediamo con il nostro obiettivo… Va bene vi tengo aggiornati>> Chiuse la chiamata e ripose il telefono in tasca.

<< Ragazzi, mi hanno appena fornito informazioni sul corpo del Saggio e sul tempio che abbiamo scoperto. La squadra è arrivata sul posto senza troppi problemi e a quanto pare non è ancora stato trovato. Dalle indagini svolte non risultano segni di scavo. Fortunatamente siamo arrivati prima noi: il corpo lo stanno recuperando in questo momento e da quello che sono riusciti a vedere, il tempio non è ancora stato aperto. Inizieranno a fare una ricerca per la chiave, noi continuiamo con la nostra missione>>

<<Ok, allora vado a stendermi un po’>> Disse Anne dirigendosi verso la branda.

<< Certo, tu riposati. Tornerai dentro domani mattina>> Le rispose Lyanne.

Quando si stese, prima di addormentarsi si mise a riflettere sul suo passato: quegli strani fenomeni avevano profondamente segnato la sua infanzia, portandola spesso ad isolarsi o ad essere isolata. Avvenimenti di cui non aveva voluto parlare nemmeno con il suo maestro, e che forse questa esperienza sarebbe riuscita a spiegare.

La mattina successiva, dopo essersi preparata, tornò dentro l’Animus. Quando fu nel corridoio della memoria, in attesa che si caricasse il ricordo, Anne udì la voce di Elena:

<<Sai che se non fosse stato per te, che hai insistito per vedere tutto il ricordo, non avremmo mai scoperto tutto questo? Te lo sentivi oppure c’è dell’altro?>>

<<Un po’ entrambe le cose…>> Le rispose enigmatica Anne.

<<Quindi c’è altro sotto?!>> Esclamò Elena sorpresa.

<<Non ci ho capito ancora nulla. Spero che questa esperienza mi aiuti a fare chiarezza: mi sono capitati eventi simili a quelli di Io:nhiòte…>> Le rispose Anne.

<<Chi altro lo sa?>> Le chiese Elena.

<<Nessuno e ti chiedo di mantenere il silenzio, perché fino ad ora questa cosa mi ha solo creato problemi>> Le rispose secca Anne.

<<Ok, ma secondo me dovresti parlarne>> disse Elena cercando di non agitarla. << Ok, caricamento completato. Inizializzazione del ricordo tra 3… 2… 1…>>

Aveline era stesa sul letto pronta per dare alla luce il suo primo figlio. Maria la stava assistendo nel parto, mentre Connor aveva deciso di restare accanto a lei per farle coraggio.

<<Forza, Aveline, ancora qualche spinta e ci sei! Riesco già a vedere la testa!>> Intimò Maria.

<<Coraggio, amore, ci sei quasi>> Disse Connor stringendole la mano.

Con il volto contratto dal dolore, Aveline cercò di spingere più che poteva. Era molto sudata e le lacrime le rigavano il viso: non aveva mai provato così tanto dolore in vita sua.

<<Un ultimo sforzo: spingi!>> Disse Maria tentando di facilitare l’uscita del bambino.

Aveline raccolse tutte le sue forze e con un forte grido dette un’ultima spinta.

<<Eccolo!>> Gridò Maria. <<Bravissima, ce l’hai fatta!>>

Aveline si accasciò stremata sul letto con affanno e madida di sudore.

Connor le baciò la mano con grande emozione: <<Ce l’hai fatta. Sei stata magnifica>>

Maria intanto aveva dato una pulita al bambino e lo aveva infagottato in una copertina di cotone. Appena ebbe finito si voltò col bimbo in braccio e si diresse verso il letto.

Aveline si tirò su a fatica e allungò istintivamente le braccia in avanti per prendere il suo bambino.

<<Congratulazioni: è un maschio>> Disse Maria con un dolce sorriso mentre lo porgeva alla sua mamma.

Gli occhi di Aveline e Connor si riempirono di gioia: il bambino, che fin da pochi istanti dalla nascita aveva cominciato a piangere, si calmò non appena lei lo prese tra le sue braccia.

<<Wa’tkwanonhwerá:ton’, Kariwase>> Sussurrò Connor accarezzando delicatamente la testa del bimbo.

<<Che gli hai detto?>> Gli domandò Aveline.

<<Gli ho dato il benvenuto in questo mondo>> Le rispose lui.

Aveline sorrise e poi baciò delicatamente la fronte di Kariwase. Il bambino si stropicciò gli occhi e sbadigliò, anche lui stanco per il parto.

<<Grazie per essermi stato vicino tutto il tempo>> Disse poi Aveline rivolgendosi a Connor.

<<Non dirlo nemmeno>> Rispose lui sporgendosi per darle un bacio sulla fronte. <<Vado a parlare un attimo con Maria, torno subito>>

<<Va bene>> Disse Aveline.

Quando rimase sola nella stanza si soffermò ad ascoltare il respiro del bimbo: era così piccolo e dolce che non poté fare a meno di commuoversi guardandolo.

Presto iniziarono a materializzarsi nella sua testa tanti dubbi: “e se non fossi all’altezza di questo compito? Davvero sono pronta per prendermi cura di lui? Sarò in grado di prendermi cura di lui senza fargli mancare niente?”.

Proprio mentre rimuginava su questi pensieri, Connor rientrò nella stanza. Si avvicinò e si sedette di nuovo sulla sedia accanto al letto.

<<Come stai?>> Le domandò.

<<Distrutta. Non mi sono mai sentita così sfinita. Ma allo stesso tempo sono al settimo cielo>> Risposte Aveline cullando il bambino.

Connor si chinò in avanti e abbracciò entrambi: <<La mia bellissima famiglia>> Sussurrò felice. Poi proseguì: <<Ho parlato con Maria: dice che dovresti riposare e farti visitare dal dottore. Io starò qui con te ad aspettarlo; lei è voluta andare a chiamarlo personalmente per permettermi di non lasciarvi soli>>

<<Quella donna è un angelo. Non la ringrazierò mai abbastanza>> Rispose Aveline commossa. <<Ti va di tenerlo un po’?>> Gli chiese dopo qualche istante.

<<Volentieri, non vedevo l’ora>> Rispose prontamente Connor. Prese il bimbo delicatamente dalle braccia della moglie e se lo portò al petto. Iniziò a sussurrare delle frasi nella sua lingua, mentre gli accarezzava la guancia con la punta dell’indice.

<<Da quanto è piccino ho paura di fargli male toccandolo… Credo che sia normale avere queste sensazioni…>> mormorò Aveline.

<<Si… suppongo di si>> Disse Connor, senza smettere di guardare suo figlio con sguardo innamorato.