Quella sera decisero di trascorrere la notte insieme, per parlare del loro futuro in tranquillità, senza il rischio di essere interrotti. Si stavano preparando per andare a dormire; Connor era già disteso sul letto ad aspettare Aveline, che si stava sistemando i capelli in una coda.

<<È la prima volta che ti vedo con i capelli sciolti, senza le treccine>> Disse Connor mentra la osservava appoggiato con la schiena al cuscino e le mani dietro la testa.

<<Lo so, non li sciolgo mai perché sono un po’ complicati da gestire>> Aveline infatti aveva degli splendidi capelli ricci e voluminosi, che tuttavia avrebbero potuto darle fastidio nella vita di tutti i giorni, in quanto tendevano a diventare un po’ crespi.

<<Per me sono meravigliosi. Tutte le donne che ho visto e conosciuto avevano capelli lisci o parrucche. I tuoi sono davvero stupendi>> Le rispose lui senza smettere di fissarla.

<<Ti ringrazio>> Rispose lei sorridendogli. Quando ebbe finito di pettinarsi i ricci li sistemò in una voluminosa coda bassa. Quindi mise in ordine la superficie del canterale e si diresse verso il letto. Si infilò sotto le coperte accanto a Connor e si appoggiò anche lei con la schiena al cuscino, rimanendo seduta.

Connor la baciò teneramente e le accarezzò il pancione: <<Cresce sempre di più il nostro bambino>> Sussurrò. Aveline appoggiò la mano su quella di Connor, osservando teneramente la sua pancia.

<<Credo che sarà un maschio>> Disse lui ad un certo punto.

<<Ah si? E come lo sai?>> Chiese Aveline incuriosita.

<<Me lo sento. Ed è da qualche notte che lo sogno>> Rispose lui tornando ad appoggiarsi con la schiena alla testata del letto.

<<Come lo chiameremo se nascerà maschio? Gli daremo un nome come il tuo?>> Gli domandò lei.

<<Mi piacerebbe molto sai?>>

<<Per me va bene, purché possa pronunciarlo anche io>>

Connor sorrise e poi proseguì: <<In realtà è un po’ che ci penso: vorrei che si chiamasse Kariwase. Nella mia lingua significa “un nuovo modo di vivere”. Ed è proprio ciò che rappresenterà per noi. Una nuova vita. Un nuovo destino>>

Aveline lo guardò sorpresa: <<Connor è un’idea bellissima. Mi piace davvero tanto questo nome>>

<<Ne sono felice>> Rispose lui prendendole la mano e baciandogliela.

<<E se dovesse nascere femmina?>> Domandò Aveline.

Connor rimase a pensare qualche istante, poi disse: <<Potremmo chiamarla Ojistah, che significa “stella”, quindi “luce nella notte”. E credo che sia semplice per te da pronunciare>>

<<Umm, si mi piace molto anche questa idea. Sei molto più bravo di me a scegliere i nomi>> Disse Aveline tenendogli la mano.

Si accoccolarono l’una tra le braccia dell’altro, rimanendo per qualche istante in silenzio. Connor le accarezzava dolcemente i capelli mentre lei lo stringeva a se con la testa appoggiata sul suo petto.

Poi Aveline disse sollevando la testa e guardandolo negli occhi: <<Vorrei che ci sposassimo prima che io partorisca>>

Connor le accarezzò il volto e le sussurrò: <<Come desideri. Non vedo l’ora che tu diventi mia moglie>>

Trascorsero ancora alcuni minuti a coccolarsi, finché non si addormentarono per la stanchezza.

 

***

 

<<Per favore, Aveline, cerca di stare ferma!>> Esclamò Corinne nel tentativo di agganciarle la cintura dietro la schiena. Si trattava di una fascia color ocra, tempestata di pietre bianche e oro, posta sotto al seno.

<<Lo so, scusate! L’agitazione mi fa quest’effetto!>> Rispose Aveline agitando le mani per l’ansia.

<<Ecco fatto! Adesso non ti muovere che ti mettiamo il velo…>> Disse Corinne soddisfatta. Si diresse verso il letto e, facendosi aiutare da Patience, sollevò un lungo velo color avorio, rifinito sul bordo da dei bellissimi ricami in pizzo. Si avvicinarono ad Aveline e si divisero i compiti: Patience si assicurò di stenderlo bene dietro, mentre Corinne lo sistemava nell’acconciatura, in modo che stesse fermo.

Aveline era in piedi nella stanza di Patience e Corinne, di spalle rispetto allo specchio, in modo che il suo aspetto finale fosse una sorpresa.

L’atmosfera quel giorno era carica di emozione e di gioia: quello sarebbe stato uno dei giorni più belli della loro vita. Dopo tante difficoltà si meritavano di portare a compimento il loro sogno.

Ellen, la sarta del villaggio, si era davvero superata con quell’abito: le erano servite ben tre settimane di lavoro per finirlo, ma il risultato era da togliere il fiato. Era venuta anche lei ad aiutare Patience e Corinne nella preparazione, e le aveva assistite soprattutto per le sottogonne e la chiusura del vestito.

<<Ecco qua!>> Esclamò Patience facendo cadere delicatamente la parte anteriore del velo sul viso di Aveline.

<<Direi proprio che sei pronta, Aveline>> Disse Ellen con un sorriso. Tutte e tre si fecero più indietro per dar modo ad Aveline di voltarsi e di guardarsi finalmente allo specchio.

Quando si girò e vide la sua immagine riflessa, i suoi occhi brillarono e un grande sorriso le illuminò il volto. Era tutta una sorpresa dal momento che Corinne e Patience avevano deciso di far fare ad Ellen il suo abito da sposa, senza che le venisse rivelato neanche un dettaglio.

D’altra parte Aveline non aveva nessun tipo di pretesa; a lei sarebbe andato bene anche un abito qualunque: non aveva mai dato importanza a queste cose, ma era davvero felice di vedere che le sue amiche si erano prodigate tanto per regalarle un giorno indimenticabile.

<<Voi siete pazze… sono davvero senza parole ragazze…>> Mormorò Aveline in preda all’emozione.

<<Siamo contente che ti piaccia. Ellen ha fatto un lavoro veramente magnifico. Sembri una regina!>> Esclamò Corinne.

Aveline non riusciva a smettere di guardarsi allo specchio: quell’abito era talmente perfetto che sembrava le fosse stato cucito addosso. Aveva uno scollo a V molto delicato, con un corpetto che arrivava fin sotto il seno, rifinito dalla bellissima cintura tempestata di strass; la gonna cadeva leggera e ampia, senza evidenziare la pancia, che ormai era più che evidente. Il tutto era elegantemente rifinito dalle maniche in pizzo, che le avvolgevano delicatamente le braccia fino al gomito. Anche sulla gonna c’erano dei ricami floreali in pizzo, più o meno da metà, fin su tutto lo strascico. L’abito e il velo erano color avorio e si sposavano perfettamente col suo colorito. I capelli li avevano acconciati Patience e Corinne: le avevano fatto tante treccine che avevano poi raccolto in un bellissimo chignon alto, decorato con un fermaglio d’oro su un lato.

<<Manca giusto un ultimo dettaglio…>> Disse Ellen frugando in una sacca vicino al letto di Corinne. Tirò fuori un piccolo bouquet rotondo, fatto con rose color avorio e bouvardia bianca in piccoli boccioli.

<<Tieni. Spero che ti piaccia>> Proseguì Ellen porgendole il mazzolino. <<Questo è un piccolo pensiero da parte mia>>

<<Grazie infinite di tutto Ellen. Sono meravigliosi>> Rispose Aveline commossa.

<<Qui fuori c’è una carrozza che ci aspetta per accompagnarci alla chiesa. Direi che possiamo andare>> Concluse Patience.

Detto questo si avviarono fuori della stanza e scesero al piano inferiore, per poi uscire dalla casa e salire in carrozza.

 

***

 

Arrivata sulla soglia della chiesa, tutti gli invitati si alzarono in piedi: davanti a lei c’erano Patience e Corinne che gettavano a terra petali di rosa per il suo ingresso nella navata.

Aveline cercò subito Connor con lo sguardo: era in piedi di fronte all’altare, in alta uniforme da capitano, con le mani dietro la schiena. Appena la vide fece il suo solito mezzo sorriso. La felicità si leggeva nei suoi occhi estasiati e lucidi.

Aveline avanzò lentamente verso l’altare, senza smettere di sorridergli: l’emozione era alle stelle. Quando arrivò davanti a lui, si scambiarono un bacio sulla guancia, dopodiché si posizionò alla sua sinistra.

 

***

 

<<Per i poteri di cui sono investito vi dichiaro marito e moglie. Connor puoi baciare la tua sposa>> Concluse il sacerdote, facendogli un cenno con la mano.

Connor prese delicatamente il velo e lo gettò all’indietro, scoprendo il volto di Aveline. Si abbandonarono in un tenero bacio, accompagnati dagli applausi e dei presenti. Dopo il bacio, la abbracciò dolcemente e le accarezzò il pancione.

<<Sei meravigliosa. La mia bellissima sposa>> Le sussurrò prendendola per mano.

<<Grazie>> Rispose lei con un grande sorriso.

Si diressero quindi verso l’uscita, per andare a festeggiare con tutti gli abitanti del villaggio nel cortile della tenuta di Davenport.

Ora erano ufficialmente marito e moglie: niente e nessuno avrebbe più potuto dividerli.